Fisco, pensioni e reddito di cittadinanza: sarà questo il focus della prossima manovra 2021. Tre temi chiave e caldi sui quali la politica sarà chiamata a scegliere una strategia che sia in grado di accontentare tutti senza danneggiare la popolazione.
Necessità di trovare presto una quadra
Palazzo Chigi ha dettato queste come priorità ed è possibile già notare un certo fermento tra le compagini politiche che su queste materie hanno approcci e idee diverse. Qualsiasi siano le loro posizioni dovranno comunque arrivare a un compromesso dato che, dopo la manovra, il Governo dovrà darsi da fare per fare sì che la riforma del fisco venga affrontata adeguatamente. Il tempo non è galantuomo: a fine settembre è previsto l’aggiornamento del Def mentre la legge di bilancio deve essere varata entro metà ottobre e tutte le difficoltà dettate dal dover rivedere la riforma delle pensioni (quota 100), il reddito di cittadinanza e le cartelle fiscali non aiuta le forze politiche a trovare una quadra, soprattutto se si aggiungono le diatribe sul green pass e la presenza delle amministrative.
Sebbene l’istruttoria tecnica della manovra non sia ancora partita, le riunioni di preparazione che si sono già svolte hanno già delineato quello che dovrebbe essere in teoria il percorso da seguire, ovvero quello di una spesa da fare senza tagliare troppo e senza far aumentare il debito: qualcosa tecnicamente possibile grazie alla crescita registrata che però deve essere sostenuta da una certezza politica. Gli analisti del Governo sostengono che si potrebbe raggiungere, per la fine del 2021, un rialzo del Pil del 5,7-5,8% che potrebbe toccare addirittura il 6%.
Tenere da conto anche degli ammortizzatori sociali
Un percorso, quello della manovra 2021, che parte svantaggiato per via dei 20 miliardi di finanziamenti necessari per sostenere i nuovi ammortizzatori: la Naspi, le misure per la crescita parallele al Recovery Plan e quello che avverrà dopo la quota 100. A tutto ciò va aggiunto quello che ancora non è chiaro come il taglio del cuneo fiscale, le correzioni al reddito di cittadinanza e le limitazioni da inserire alla proroga (ormai quasi certa) del superbonus del 110%.
Tra l’altro entro settembre si dovrà agire presentando la delega sulla riforma fiscale prevista per luglio e sulle tasse le proposte sono molte e da vagliare con attenzione, senza contare che il Governo è chiamato a decidere sulle cartelle esattoriali. Quelle bloccate dal marzo 2020 per via della pandemia di coronavirus sono infatti al momento ripartite in modo graduale ma c’è chi chiede un nuovi rinvio, magari per rilanciare una nuova rottamazione.
Per quel che riguarda il reddito di cittadinanza Lega e Italia Viva vorrebbero forse addirittura eliminarlo, mentre M5s, PD e Leu vorrebbero migliorarlo per evitare sprechi: sarebbe questa la linea che Palazzo Chigi sarebbe intenzionato a seguire, potenziando i controlli e l’accesso al lavoro.