La Corea del Nord ha di nuovo minacciato l’esecuzione di un nuovo test nucleare, e stavolta si tratta di una bomba all’idrogeno da far esplodere nel Pacifico. I mercati così si innervosiscono e premiano i beni rifugio, in particolare yen e oro, mentre la borsa di Tokyo scende dello 0,24%.
L’apertura in Europa è cauta ma positiva a Milano (+0,08%), Francoforte (+0,07%) e Parigi (+0,22%) e solo Londra apre in calo dello 0,12%.
La salita dello yen frena i mercati nipponici, ma anche il declassamento cinese da parte di Standard & Poor, passando a AA-, mentre la crisi rallenta anche Wall Street e il dollaro. Milano vede il comparto bancario in rialzo, in particolare Unicredit, per il suo nuovo piano della governance che passa a Milano e l’eliminazione nelle votazioni, del tetto al 5%.
Oggi non ci saranno gli importanti comunicati da parte del Ministero dell’Economia, che ha preferito posticipare a domani la diffusione dei dati macroeconomici, in concomitanza con l’Istat.
Altri dati macroeconomici attesi sono quelli sulle pmi dell’Eurozona e degli Usa.
Altro importante appuntamento, il vertice di Vienna dei paesi Opec. Sul tavolo la valutazione dell’uragano Harvey sulle estrazioni, al momento bloccate, nel Golfo del Messico e altri eventuali tagli alla produzione. La reazione dei prezzi del petrolio è quella della stabilità sopra i 50 dollari, per il Wti, e a 56,39 dollari per il Brent.