Cattive notizie: Moody’s declassa l’Italia portando il rating da Baa2 a Baa3 con outlook stabile. E per quanto ci si aspettasse qualcosa del genere, non è fuori luogo precisare che sarebbe stato possibile ottenere un risultato migliore se non ci si fosse chiusi sulle proprie posizioni economiche.
Quel che consola è la stabilità dell’outlook che consente di evitare nell’immediato ipotesi catastrofiche di default. Attenzione: il rating “spazzatura” si fa comunque più vicino, con tutte le conseguenze che esso può apportare ad un’economia non forte come la nostra. La valutazione di Moody’s era iniziata lo scorso 25 maggio, due mesi dopo le elezioni. L’idea era quella, giusta, di valutare le azioni e non le intenzioni. Ora, in base alle prime arriva un giudizio e che pesa e non poco, anche se il vicepremier Matteo Salvini minimizza:
Il governo andrà avanti nonostante le agenzie di rating e i commissari europei e qualche incomprensione interna, faccio esercizio di yoga per superarla e la supereremo. Siamo qui per rispondere ai problemi degli italiani, non per far saltare i governi né per impaurirci dai giudizi delle agenzie di rating che in passato hanno clamorosamente dimostrato di fallire i loro giudizi come falliranno questa volta. E’ una buona manovra e andremo fino in fondo.
Il voto di declassamento da parte dell’agenzia di rating è principalmente legato alla manovra di Governo che punta ad un deficit di bilancio più elevato nei prossimi anni e sul conseguente comportamento del rapporto debito pubblico/pil che rischia di stabilizzasi intorno al 130% o di aumentare se la crescita dovesse rallentare troppo.
Moody’s, tra l’altro, ci tiene a sottolineare come la crescita a medio termine potrebbe rimanere vittima dello stop delle riforme economiche e fiscali strutturali: le stime presentate dal Governo Italiano sull’impatto generale di questa politica sembrano essere troppo ottimiste.