Moody’s sembra essere pronta a declassare l’Italia. Qualcosa che dovrebbe spaventare non poco Esecutivo e investitori. Dopo un periodo nel quale l’agenzia di rating sembrava aver apprezzato il lavoro italiano, ora il giudizio junk sembra essere più vicino.
Moody’s e un suo rating negativo
Nei giorni scorsi già Goldman and Sachs aveva fatto trasparire una simile intenzione. Ma per quanto il suo giudizio sia importante si tratta sempre di una banca. Mentre Moody’s è un’agenzia di rating e il suo giudizio è decisamente più rilevante. L’Italia, purtroppo, sta rischiando di perdere l’investment grade, passando dall’attuale Baa3 per arrivare a Ba1.
Questo significherebbe entrare all’interno dei titoli spazzatura per i Btp italiani. E porterebbe in pratica a danni rilevanti per quel che concerne l’investimento in Btp per gli investitori istituzionali. Non solo quindi perderemmo l’attenzione di multinazionali finanziarie e fondi pensione ma costringerebbe la Bce a non accettare più i titoli del debito italiano per quel che concerne le operazioni monetarie e bancarie.
Il nostro debito pubblico in questa maniera diventerebbe quasi impossibile da finanziare sui mercati ai costi attuali. Va detto che al momento l’Italia può contare ancora sulle buone considerazioni di Standard&Poor e Fitch. Elemento che la salverà dall’essere considerata junk fino al momento in cui anche queste non abbasseranno il loro rating.
Di certo molto di più si saprà il prossimo 19 maggio quando Moody’s ufficializzerà il suo verdetto. Sarà quello il momento nel quale l’Italia dovrà per forza fare i conti con la sua situazione. Gli analisti dell’agenzia di rating sottolineano che al momento quello italiano è l’unico debito sovrano con Baa3 come rating accompagnato da prospettive negative.
PNRR e investimenti fattore importante
Sul giudizio potrebbe avere il suo peso il fatto che l’Italia sembri presentare criticità in merito agli obiettivi del PNRR, basilari per eseguire quelle riforme strutturali e investimenti importanti per mantenere alto il rating.
Era dalla primavera del 2020 che non si prospettava un abbassamento di rating per l’Italia. L’ultimo è avvenuto durante la pandemia con il governo Conte: durante l’era Draghi l’Italia aveva mostrato una solidità che le aveva consentito di essere giudicata se non in maniera positiva, almeno stabile.
Di certo un possibile downgrade proveniente da Moody’s deve suonare per l’Esecutivo come un campanello di allarme. Se l’Italia vuole rimanere competitiva e risalire nel suo percorso di crescita è necessario fare di tutto per rispettare gli impegni del Piano nazionale di ripresa e resilienza e dimostrare di essere ancora appetibile per gli investitori.