La Commissione Europea, a margine della sua analisi del Patto di Stabilità ha deciso di dare il via libera all’iter di revisione dello stesso, decidendo di coinvolgere in questa operazione non solo i Governi degli Stati Membri ma anche i comuni cittadini attraverso dei canali dedicati.
Revisione del Patto di Stabilità per la crescita
Uno dei più grandi problemi legati a questo accordo è il fatto che le sue regole non consentano un approccio ideale a coloro che fanno parte dell’Eurozona e che hanno bisogno di crescere: le attuali norme più che livellare aumentano la disparità tra gli stati ricchi e quelli meno forti, lasciano quest’ultimi indietro nel tentativo di rispondere a dei requisiti che non sempre sono considerabili facili da rispettare, soprattutto in concomitanza con problemi strutturali interni.
Proprio perché si è resa conto di questa disparità la Commissione Europea, dopo anni di gentili pressioni e richieste ha deciso di fare partire la revisione. Come lo stesso commissario europeo agli Affari economici Paolo Gentiloni ha fatto notare, va bene la stabilità, ma vi è anche bisogno di crescita. L’iter di revisione è partito mercoledì da un incontro pubblico a Bruxelles e continuerà per tutto l’anno attraverso incontri e occasioni di confronto con le parti sociali e i maggiori protagonisti della vita pubblica degli Stati membri. Anche le Università e i semplici cittadini, attraverso quesiti messi a disposizione dalla Commissione Europea potranno dire la loro e contribuire al cambiamento.
A livello economico non si può non riconoscere che le regole di bilancio siano state utili per tenere sotto controllo shock finanziari e correggere eventuali squilibri: ciò non toglie che sia arrivato il momento di fare qualcosa per sostenere la crescita.
Perché serve una revisione del patto
In particolare la revisione sarà utile per orientare i conti pubblici dell’Eurozona verso un percorso di crescita, evitando che il Patto di Stabilità venga considerato ancora una volta, sottolinea la Commissione, come “troppo complesso, poco trasparente e poco prevedibile“. L’obiettivo del lavoro appena partito è quello di portare le diverse parti coinvolte a ricreare quel consenso attorno al patto di Stabilità e alle regole europee che ormai da troppo tempo sa mancando e riuscire a creare un quadro normativo, magari più flessibile in specifici casi, che sia in grado di rispondere alla sfida lanciata dai cambiamenti climatici e che soprattutto sia capace di dare vera stabilità economica all’Unione Europea, abbattendo quelle barriere ideali che sono nate tra i paesi considerati virtuosi e quelli che non lo sono. Ha spiegato in merito Paolo Gentiloni:
La stabilità resta un obiettivo ma serve ugualmente sostegno alla crescita e alla mobilitazione di enormi investimenti per combattere i cambiamenti climatici. Dobbiamo consentire politiche anti-cicliche dati i limiti che affronta la Bce. La complessità delle regole rende difficile spiegare ai cittadini cosa dice Bruxelles ed è una cosa che non possiamo accettare.