Lo scorso venerdì S&P ha alzato il rating dell’Italia rispetto a quelle che erano le sue previsioni dando di fatto un’ulteriore spinta a quello che è il mercato degli investimenti di questo paese. Ma è importante, viene sottolineato, che si continui con le riforme strutturali.
Quest’ultime non sempre piacciono molto alla popolazione o a chi deve approvarlo, ma è evidente che a livello economico esse abbiano un tornaconto diretto se un’agenzia di rating come Standard & Poor’s decide di agire come effettivamente ha fatto, rivedendo il giudizio dell’Italia passando a a BBB da BBB-, con outlook stabile. Tutto questo si aggiunge a circa una settimana dalla conferma del rating BBB sull’Italia, con outlook stabile da parte della Fitch. Spiegano dall’agenzia:
Rivediamo al rialzo il rating dell’Italia per le migliorate prospettive di crescita economica, sostenute da un rialzo degli investimenti e della crescita dell’occupazione così come dalla politica monetaria espansiva.
Ed insieme alle motivazioni ovviamente arrivano anche le cifre. Ora le aspettative puntano su un PIL in rialzo dell’1,4% nel 2017, rivisto dal +0,9% indicato in precedenza, per un incremento medio nel 2018-2019 dell’1,3%. E la tanto osteggiata risoluzione delle crisi delle Banche Venete e quella di Monte Paschi di Siena hanno collaborato in modo positivo, così come l’accelerazione nello smaltimento dei non performing loan. Con una nota: nel 2017, secondo S&P il Governo riuscirà a centrare l’obiettivo di un deficit del 2,1% del PIL favorendo ulteriori miglioramenti.
E se arrivassero altre riforme strutturali, i risultati potrebbero portare ad un nuovo rialzo di rating mentre incertezza politica e cattive decisione causerebbero un nuovo declassamento.