L’amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, è recentemente intervenuto a smentire le voci di aumento di capitale, definendole come pure speculazioni. “Non ho mai previsto un aumento di capitale, si tratta di speculazioni che hanno avuto effetto negativo sul titolo” – ha infatti dichiarato il manager, chiudendo di fatto ufficialmente (ma fino a quando?) le voci che avrebbero voluto il top management di Fiat in fase valutativa su un possibile aumento di capitale finalizzato a ripatrimonializzare l’azienda.
Nelle stesse dichiarazioni volte a smentire il potenziale aumento di capitale, il manager Fiat ha altresì sottolineato come la società torinese possa acquistare la quota Veba in Chrysler con altri mezzi rispetto all’incremento del capitale sociale: “Eserciteremo tutte le call option da ora al 2016. Abbiamo 10 miliardi di liquidità e continueremo a produrre cassa” – ha infatti affermato Marchionne (vedi anche l’approfondimento Titolo Fiat da vendere secondo Deutsche Bank).
“Con riferimento alle difficoltà del momento” – commentava invece Milano Finanza, che si è occupata di sottolineare le dichiarazioni di Marchionne – “ha spiegato che il mercato italiano dell’auto sarà in ripresa nel 2013 ma non nel primo trimestre. A suo avviso molto si risolverà con le elezioni anche in base a quale governo andrà a governare. Commentando i dati sull’andamento delle vendite di Fiat in Europa ha evidenziato che il Lingotto nella penisola ha il 30% del mercato, il mercato italiano è quello che ha più peso e di questo il gruppo ne paga il prezzo in termini di media”.
Ancora, Sergio Marchionne ha detto la sua sullo spread, sottolineando come sia importante (contrariamente a quanto precisato nelle dichiarazioni futuribili di Berlusconi), per questioni di credibilità. La stessa credibilità che – aggiunge Marchionne – l’Italia non avrebbe in misura adeguata, inducendo timore e paura negli investitori esteri che, di conseguenza, preferiscono altri mercati. Burocrazia e sistema giudiziario sono, per il manager del Lingotto, le altre determinanti che stanno condizionando il buon esito della ripresa economica nazionale (vedi anche Titolo Fiat crolla -4,8% dopo downgrade Ubs).