Lo spread BTp- Bund sale nuovamente e torna a preoccupare sia gli investitori che i cittadini i quali, seppur non preparati spesso in materia economica sono ben coscienti che un aumento di questo valore non porti buone notizie per i tassi e per le proprie tasche.
Quale è il reale impatto di uno spread al 2% come nel 2014? In realtà più che al dato assoluto dello spread bisognerebbe fare attenzione al rendimento del BTp che si possiede. Questo perché passando da 113 a 200 punti base il dato, significa che il rendimento decennale del Btp è cresciuto fino a toccare il 2,35% dall’1,04% in risposta anche all’inflazione dell’Europa. Ed a causa della relazione inversa presente tra rendimento e prezzo, se il rendimento sale, il prezzo scende creando uno “squilibrio” per il consumatore che perde potenzialmente parte del suo investimento, sia che intenda vendere prima del tempo, sia che intenda rispettare il naturale corso del titolo.
Nella giornata di martedì 7 febbraio lo spred è nuovamente sceso sotto il limite di 200 punti: rimane però evidente che sia necessario agire al più presto per arginare la situazione. Commenta il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan parlando del rialzo dello spread:
Le vicende di questi ultimi giorni e di queste ultime ore ci ricordano in modo sgarbato come un Paese ad alto debito non possa non occuparsi della sua discesa. Per il governo la riduzione del debito resta un obiettivo centrale. Nel 2016 l’Italia ha conosciuto la deflazione che fa male al debito perché lo fa aumentare. Bisogna insistere.
Azioni sono necessarie.