Tra polemiche e promesse negli ultimi mesi lo spread è salito esponenzialmente a livelli dai quali sarebbe stato meglio tenersi lontani: lo “scudo protettivo” della BCE infatti a breve verrà a mancare. Di cosa bisogna avere paura?
Questo tema è in continua evoluzione: man mano che la situazione cambia sono differenti le necessità ed i bisogni ai quali sopperire facendo quadrare i conti. Ma quale è il primo rischio per l’Italia e per coloro che investono? La risposta è molto semplice: la speculazione da parte di quegli investitori ed operatori dei mercati che non si creano il minimo problema davanti alla possibilità di rischiare. Il costo del denaro potrebbe salire sensibilmente e senza il quantitative easing, nel 2019 i Btp rischiano di trovarsi inglobati in una spirale negativa in grado di portare ad un aumento degli interessi che lo Stato deve pagare per potersi rifinanziare sul mercato.
Insomma, vi è la possibilità di una nuova crisi del debito come quello del 2011 che potrebbe avere serie ripercussioni sulla stabilità europea ancor più di ciò che già sta avvenendo a causa del crollo della lira in Turchia. Allo stesso tempo siamo sicuri che l’euro verrà preservato da adeguate politiche nonostante alcuni personaggi, anche interni all’esecutivo, vogliano vedere la moneta unica crollare. La prima reazione a tutto ciò sarà sicuramente l’innalzamento del premio di rischio che gli investitori inizieranno a chiedere per acquistare il debito italiano.
A meno che la manovra economica prevista per l’autunno non si muova nella direzione giusta, fermando agenzie come Moody’s dettesi pronte di già a declassare il giudizio sulla qualità del credito italiano.