Ignazio Visco, in audizione presso la Commissione Banche ne ha per tutti: il governatore di Bankitalia traccia uno spaccato molto diretto di quella che è stata la crisi degli istituti italiani, tra motivazione e crediti deteriorati, non mancando di dare colpe e meriti a chi di dovere.
Secondo Visco la crisi delle banche italiane è frutto di una doppia recessione che ha fatto scoppiare il problema dei NPL: la maggior parte è riuscita seppure con un po’ di sforzo a migliorare la situazione mentre altre non ce l’hanno fatta per via di “comportamenti incauti e regolari“. Su un punto il governatore non transige: le accuse nei confronti della banca nazionale che avrebbe “sottovalutato” la situazione.
Nell’opinione di alcuni la Banca d’Italia avrebbe sempre detto che andava tutto bene e avrebbe sottovalutato la situazione quando con la seconda recessione, innescata nel 2011 dalla crisi dei debiti sovrani, una nuova ondata di deterioramento della qualità dei crediti si è aggiunta a quella sopportata dalle banche nel triennio precedente. Non è vero. […] La mala gestio di alcune banche c’è stata e l’abbiamo più volte sottolineato. Le gravissime condizioni dell’economia hanno fatto esplodere le situazioni patologiche. A determinare l’evoluzione del sistema finanziario italiano non è stata una vigilanza disattenta ma la peggiore crisi economica nella storia del nostro Paese.
Visco ha sottolineato, rispendendo molte critiche al mittente sottolineando che tutto è sempre stato fatto con il massimo impegno e nell’interesse esclusivo del paese e dei risparmiatori. Il tutto superando difficoltà in molti casi limitati anche dalle stesse competenze e dallo specifico mandato. Le perdite dei consumatori, ha sottolineato Visco “sono state diffuse e dolorose. E’ questa una spinta a cercare di migliorare la nostra azione in ogni modo possibile“.