L’andamento dei prezzi di borsa non segue quello identificato dalla classica curva a campana o gaussiana, bensì è caratterizzato da una continua presenza delle cosiddette “code grasse” dove troviamo gli eventi considerati solitamente meno probabili. Nell’ultimo decennio gli investitori hanno dovuto fare i conti con diversi casi in cui i mercati sono colati a picco, anche in una singola giornata. Molti modelli di calcolo del rischio, elaborati da ingegneri finanziari e risk manager, sono falliti miseramente e hanno spesso decretato il fallimento di coloro che hanno provato a gestire il rischio utilizzando simili modelli.
L’incubo dei risparmiatori e dei grandi investitori mondiali si chiama volatilità, cioè la capacità dei prezzi di muoversi in un determinato lasso temporale. Si tratta di un indicatore statistico che misura la variabilità dei rendimenti di un’attività finanziaria: quanto più sono forti gli strappi del mercato, tanto maggiore sarà l’aumento della volatilità. L’indicatore solitamente raggiunge i suoi picchi in concomitanza con i ribassi dei prezzi di indici, azioni, valute e commodity, in quanto i movimenti sono molto più violenti.
► COME PROTEGGERSI DAI RIBASSI DELLE BORSE
La volatilità può essere storica, se riferita alle serie di prezzi passate, oppure implicita, se invece è incorporata nel valore dei derivati. L’indicatore di volatilità più famoso è il Vix, cioè l’indice che misura la volatilità implicita delle opzioni sull’S&P500. Il 16 aprile 2012 è sbarcato alla borsa di Milano un Etf collegato al Vix. Si tratta del Lyxor Etf S&P500 Vix Futures Enhanced Roll (simbolo: VIX). Il prodotto è composto dai future sull’indice Vix ed è esposto al rischio contango, cioè i contratti futures più lontani nel tempo hanno prezzi più alti e ciò impatta sulla replica del sottostante.
► RISCHIO DERIVATI SUI MERCATI FINANZIARI
Secondo Marcello Chelli, referente di Lyxor in Italia, la scelta è ricaduta sul Vix perché è il future più liquido con 9 scadenze mensili dei vari contratti. Il prodotto riesce a contenere i costi di contango grazie all’utilizzo di algoritmi quantitativi, ma secondo Chelli “non si presta ad essere impiegato singolarmente nel lungo termine”. Insomma, non è adatto per i cassettisti. “Sarebbe forse preferibile inserirlo in un portafoglio in ottica di medio termine – aggiunge Chelli – con finalità di diversificazione e protezione”.
L’Etf della Lyxor collegato al Vix è riuscito a guadagnare fino al 15,8% dallo scorso 2 maggio. Il codice isin è: FR0011026897. L’Etf ha un costo totale annuo (TER) pari allo 0,7%. Non è ancora molto liquido ed è sconsigliato per strategie di buy & hold di medio-lungo periodo.