Non appena è stato eletto il 44° presidente degli Usa è partita fra analisti ed esperti la caccia per capire quali settori saranno influenzati dalla politica economica nuovo presidente. Il democratico Barack Obama, insomma, ha già fatto capire che non avrà troppo tempo per festeggiare la vittoria sul rivale repubblicano John McCain. La situazione economica infatti non permette assolutamente di lasciare spazio all’attesa, e infatti il nuovo presidente si è messo subito al lavoro per creare una squadra in grado di far fronte alla peggiore crisi finanziaria dai tempi della Grande depressione che, secondo gli ultimi indicatori, ha portato gli Stati Uniti nella recessione più pesante dell’ultimo quarto di secolo e al tasso di disoccupazione peggiore degli ultimi cinque anni. Ma dovrà anche dare risposte al comparto finanziario, prostrato da svalutazioni per quasi 700 miliardi di dollari. Ed è interessante anche il tentativo di valutare quali potranno essere i settori che beneficeranno maggiormente del nuovo presidente.
Il tabacco, le grandi società petrolifere, i big del pharma e il lusso sono i comparti visti più a rischio sotto la nuova presidenza. Da seguire invece con attenzione, per le loro prospettive inetressanti sono le energie rinnovabili, i produttori di farmaci generici e le biotecnologie. Nel breve periodo, comunque, Obama dovrà continuare il lavoro del suo predecessore per quanto riguarda la difficile situazione del comparto finanziario, ed infatti ha già promesso altri sosteni al comparto anche se la Borsa teme la mannaia delle tasse. Non a caso subito dopo l’elezione Wall Street ha registrato due pessime chiusure. Anche il dollaro sta pagando leggermente pegno e dopo l’euforia inziale comincia a segnare il passo sulle altre principali valute. Il biglietto verde viene scambiato a 1,2842 contro la moneta unica. Il cambio rispetto allo yen è a 99,50. D’altra parte, come ricorda Michele Gambera, capo economista di Ibbotson Associateas (gruppo Morningstar),
I vincitori si stanno rendendo conto che bisogna agire presto, perché tra due anni ci saranno le elezioni per una parte del Congresso: se non si risolvono subito i problemi, i Repubblicani riconquisteranno il controllo del Parlamento e allora tutto diventerà più complicato