Proposto (forse) e abbandonato (certamente): è questo il mesto destino del “tetto allo spread”, preannunciato dalla Banca centrale europea – così dicevano le indiscrezioni – e posto al di sotto della morsa oppositrice delle autorità tedesche, fermamente contrarie all’ipotesi di un limite predefinito, oltre il quale l’istituto monetario interverrebbe con l’acquisto diretto di titoli di Stato emessi dai Paesi maggiormente in difficoltà. Per evitare di parlare di un passo indietro, la Bce ha emesso un comunicato precisando come sia “ingannevole parlare di scelte neppure ancora discusse dal board”.
Sarà. Ma intanto il portavoce del ministro delle finanze della Germania, Wolfgang Schauble, aveva definito come “molto problematico” il presunto piano Bce per fissare dei tetti massimi ai tassi di interesse che un Paese in difficoltà deve pagare sul mercato per potersi rifinanziare. Un tetto sopra il quale la Banca centrale europea dovrebbe intervenire, contribuendo a raffreddare i bollenti spiriti, e permettendo allo stesso Paese di poter vantare uno spread maggiormente sostenibile.
L’opposizione preventiva delle autorità tedesche ha di fatto costretto la Bce ha intervenire in materia, dichiarando che il progetto è “inesistente”. Un progetto che, secondo la Bundesbank, potrebbe apportare dei rischi significativi, poiché la Bce non dovrebbe assumere, a scapito del proprio bilancio, rischi che dovrebbero rimanere in carico ai singoli Paesi (anche ammettendo ulteriori sforzi: Mario Draghi e la crisi dell’euro).
Nel bollettino della banca centrale tedesca si legge come “la Bundesbank è dell’opinione che l’acquisto di titoli di Stato da parte dell’Eurosistema debba essere vista criticamente e comporti rischi di stabilità significativi”. Pertanto, prosegue la Buba, il nuovo programma della Bce “potrebbe essere illimitato”, aggiungendo che le decisioni sulla potenziale maggiore condivisione dei rischi di solvibilità dovrebbero essere prese dai governi e dai parlamenti, non dalle banche centrali. La Bundesbank chiude affermando le proprie perplessità anche sull’assegnazione potenziale a Francoforte della sorveglianza sulle banche europee.
Insomma, proseguono i tempi difficili nelle relazioni tra Bce e autorità tedesche.