Fitch ha deciso di sospendere l’informativa italiana come risposta agli atti della Procura di Trani, che stanno indagando sulla correttezza dei comportamenti dell’agenzia di rating (e di S&P). Ma cosa accadrà, adesso, nei confronti del Paese, da parte delle altre agenzie di rating? È possibile che l’abbandono temporaneo (o definitivo?) di Fitch sul mercato nazionale possa costituire un pericoloso precedente? E soprattutto, possiamo fare a meno dei rating di Fitch & Co.?
A parlarne, in un interessante approfondimento apparso nell’edizione online de Il Giornale, è stato Marco Giorgino, Professore di Finanza al Politecnico di Milano. “Al di là degli elementi giudiziari associati alla vicenda, che sarà dovere di qualcuno valutare, ci sono interrogativi sul tema del rating che non credo, a questo punto, si possano più rinviare. Voglio premettere, sin da principio, che in linea generale sono favorevole alla presenza di soggetti terzi che possano, se necessario, supportare, in modo qualificato e indipendente, il processo di selezione degli investimenti finanziari” – esordisce Giorgino.
Evidente sarebbero allora i dubbi sulle capacità delle agenzie. “Ci sono, a mio avviso, due punti importanti che in questo momento richiedono una riflessione. Innanzitutto, non è mai stata risolta del tutto la questione relativa alla disciplina delle agenzie di rating (sono, di fatto, un attore di mercato). Non operano, ovviamente, in senso diretto, ossia non assumono posizione, ma sono parte integrante del processo di investimento degli operatori. Quindi, aiutano gli operatori a valutare che posizioni prendere. Una loro disciplina è, pertanto, fondamentale per non alterare le modalità attraverso cui gli operatori alimentano il proprio processo decisionale. Tale disciplina riguarda aspetti che vanno dagli assetti proprietari alle regole di governance, dalle funzioni obiettivo alle regole di funzionamento, dagli interessi che rappresentano al modo in cui tali interessi si posizionano rispetto a quelli di operatori e mercato” – aggiunge il Professore.
Ma non solo, poiché la presenza delle agenzie di rating, cui il mercato – di fatto – esternalizza il compito di valutazione del rischio, sembra altresì impoverire il funzionamento del mercato stesso, delegando un procedimento di essenziale vitalità ad altri operatori che, probabilmente, non sono così indipendenti come si può ritenere.
Tra i tanti approfondimenti in materia, il rating Fitch sull’Esm.