In un paese come gli Stati Uniti che ben presto si troveranno ad avere a che fare con l’impatto violento del Coronavirus sulle proprie vite, la Federal Reserve ha deciso di giocare d’anticipo in un momento in cui la situazione, almeno economicamente, sembra essere ancora gestibile. La Fed ha deciso di tagliare i tassi e far partire un nuovo giro di QE.
Le azioni della FED contro la crisi
Nello specifico la banca centrale americana ha portato i tassi d’interesse allo 0-0,25%, sorprendendo tutti con il secondo taglio in meno di una settimana: una decisione presa per contrastare gli effetti della pandemia da Coronavirus almeno per ciò che concerne le problematiche finanziarie che si verranno a presentare. La riduzione, di un punto percentuale, si è rivelata essere una mossa che in pochi avrebbero pensato possibile, soprattutto a stretto giro con il primo taglio avvenuto lo scorso 3 marzo, già definito come “d’emergenza“.
La Fed ha deciso di puntare anche su un nuovo programma, corposo, di quantitative easing, in modo tale da essere in grado di acquistare circa 700 miliardi di dollari di titoli di stato e obbligazioni garantite da mutui conosciute anche sotto il nome di “mortgage-backed-securities“, in modo tale da sostenere l’economia il più possibile e far sì che possa essere in grado di non crollare una volta che il virus avrà il suo maggiore impatto su quest’ultima. Mosse che sono piaciute anche al presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha fatto sapere di essere felice per la reazione della Fed, istituto che tra le altre cose ha criticato ampiamente nel corso di tutto il suo mandato.
Cosa sta succedendo nel mondo
In tutto il mondo le diverse Banche Centrali stanno tentando di agire in modo serio e coordinato per assicurare la liquidità a un’economia che sta soffrendo in modo decisamente pesante le conseguenze della pandemia mondiale di Coronavirus. In un comunicato diffuso dalla Fed in collaborazione con Bce, Banca del Canada, Bank of England, Bank of Japan e Banca Centrale Svizzera è stato reso noto che è stato siglato un’intesa, proprio con la banca centrale americana, che rende più semplice il rifornimento in dollari da parte delle banche di questi Paesi. La stessa misura già adottata all’epoca della Grande crisi del 2008.
Da quel che è emerso, l’accordo in generale prevede uno sconto di 25 punti base sui contratti swap per favorire la dotazione di dollari da parte del sistema finanziario. Non è la prima iniziative e non sarà l’ultima: è facile ipotizzare che il mondo dopo questa emergenza sarà molto diverso.