Gli investitori internazionali hanno tirato un sospiro di sollievo quando ieri pomeriggio Ben Bernanke, il numero uno della Federal Reserve, ha dichiarato che non ci sarà alcuna interruzione del piano di quantitative easing da 85 miliardi di dollari. La Fed continuerà a stampare denaro, acquistando sul mercato bond e asset-backed securities. I mercati finanziari continueranno ad essere inondati di liquidità, vero motore della crescita senza freni delle borse mondiali. Il tutto mentre l’economia reale dei paesi occidentali arranca e aumentano le distorsioni sui mercati obbligazionari globali.
Wall Street ha continuato a correre e ad aggiornare nuovi record storici, sia l’indice Dow Jones sia l’S&P500 che ormai stanno per avvicinarsi a una performance del 20% nel giro di 5 mesi. Ottimo anche l’andamento del Nasdaq, che è sui livelli più alti da fine Duemila. Nel corso della tanto attesa audizione davanti al Congresso USA, Bernanke ha sottolineato che la riduzione del piano di QE metterebbe a rischio la ripresa dell’economia americana.
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In particolare Bernanke ha affermato che “una prematura stretta sulla politica monetaria potrebbe condurre a un temporaneo rialzo dei tassi di interesse, ma comporterebbe anche il rischio di un rallentamento o di uno stop della ripresa economica e farebbe scendere ulteriormente l’inflazione”. Il governatore della Fed ha ricordato che l’inflazione non è al momento un problema, visto che è attesa sotto il 2% ancora per molto tempo, e che il piano di stimolo monetario attuato negli ultimi 5 anni ha consentito all’istituto di Washington di risollevare le sorti di un’economia in precedenza anemica. Bernanke ricorda che la disoccupazione resta ancora troppo alta (7,5% il tasso ad aprile).
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Considerando questo dato e l’andamento dell’inflazione, la politica monetaria della Fed resterà accomodante anche nei prossimi mesi. Se ci saranno cambiamenti nelle condizioni economiche, la Fed prenderà in considerazione eventuali aumenti o riduzioni del piano di QE. Insomma sarà soltanto il miglioramento del mercato del lavoro a spingere la Fed a ridurre il piano di acquisti di bond. Dopo le parole di Bernanke c’è stato un exploit del dollaro americano.