La Fed è pronta a dar vita a tre tagli dei tassi di interesse consecutivi? Di certo la riunione di venerdì 23 agosto è tra le più attese dell’anno. Insieme alla risposta che stiamo cercando.
Quali sono le intenzioni della Fed
Al momento, per quanto anche la Federal Reserve americana si stia muovendo al pari della BCE piano piano e di pari passo con i dati, sembra essere più difficile comprendere quale sarà la via che intraprenderà l’istituto guidato da Jerome Powell. La politica monetaria statunitense ovviamente punta, analogamente quella europea, a tornare verso l’obiettivo del 2% di inflazione.
E la Fed non è intenzionata a sprecare il lavoro già fatto. Ma è anche palese e prevedibile che tutti hanno gli occhi puntati verso l’intervento del presidente della Fed a Jackson Hole. E, come già anticipato, c’è chi si chiede se la banca centrale sarà pronta a tagliare il costo del denaro.
Le previsioni, è chiaro, sono delle più eterogenee. Ma quella che la Fed potrebbe dar vita a ben tre tagli dei tassi di interesse è una delle più ricorrenti. In un contesto che esprime timore per il mercato del lavoro ma che sembrerebbe convinto che non vi siano problemi di potenziale recessione all’orizzonte.
Non dobbiamo poi dimenticare che al momento la campagna per le presidenziali è in pieno svolgimento. E se da una parte la sfida tra Kamala Harris e Donald Trump è attiva e frizzante, i mercati stanno concentrando la loro attenzione sul taglio dei tassi.
Le possibilità sul tavolo per gli analisti
Gli esperti che si sono espressi tramite Reuters pensano effettivamente che potrebbero esserci tre tagli del costo del denaro entro dicembre, per arrivare all’intervallo al 4,5%-4,75% entro la fine del 2024. Ben il 54% di loro è convinto di ciò, oltre che della impossibilità di una recessione per gli Stati Uniti.
Quel che sappiamo è che i dati ufficiali ci raccontano che a luglio l’inflazione è scesa sotto il 3% per la prima volta dal 2021. E che si presume che tutti i valori rimarranno anche nella componente core sopra il 2% almeno fino al 2026.
Il suo valore sta comunque diminuendo, seppure gradualmente, e i dati generali parlano comunque di una economia che è in grado di resistere perché resiliente. C’è quindi chi pensa che la Fed non debba avere fretta di tagliare il costo del denaro. Questo non significa che i tassi di interesse non debbano essere rivisti al ribasso, ma semplicemente che tutto ciò può essere fatto con la gradualità necessaria. Senza che il lavoro fatto finora venga gettato alle ortiche.