Anche per Jerome Powell, presidente della Fed, l’inflazione subirà un calo importante nel corso del 2023. E’ questo uno dei punti focali del discorso dell’esperto in merito a quelli che sono i temi caldi economici del momento.
Fed e tassi, cosa aspettarsi
Di certo il presidente della Federal Reserve è riuscito a far trattenere il fiato per diverse ore agli investitori, i quali si aspettavano grandi scossoni dei mercati ad accompagnare le sue parole. Data la forza del mercato del lavoro americano in molti temono che la Fed possa optare per un comportamento ancora più aggressivo per quel che concerne i tassi di interesse.
La paura più grande degli investitori è che si punti a portare questi valori al di sopra del 5% mantenendoli a lungo, più del previsto, in quella posizione. A ogni modo, ciò che è emerso dal discorso del presidente della Fed è che nel corso di quest’anno ci sarà da aspettarsi un calo importante dell’inflazione. Ma bisognerà aspettare il prossimo anno per tornare a dei livelli che si aggirano intorno al 2%.
L’economista ha parlato dopo la chiusura delle borse europee, trascinando in avanti Wall Street con le sue parole. Ed ha difeso l’attuale percorso di aumento dei tassi di interesse considerandolo come appropriato ai tempi. E nel caso in cui i dati dell’economia si mostreranno più forti del previsto, anche tassi potrebbero essere ritoccati da ulteriori rialzi.
Le parole di Jerome Powell presso l’Economic club di Washington non hanno, va ripetuto, spaventato Wall Street che ha chiuso in rialzo.
Strette di politica monetaria a livello globale
L’attuale situazione economica mondiale sta costringendo le banche centrali di tutto il mondo a eseguire importanti strette per quel che concerne la politica monetaria. L’inflazione è ancora troppo alta in troppi paesi, mettendo a dura prova la capacità di spesa dei cittadini. Anche il rialzo dei tassi non lavora propriamente a favore della popolazione, ma si rende necessario al fine di evitare che l’inflazione vada totalmente fuori controllo.
Non è un caso che forse seguendo l’esempio della Fed la BCE abbia invitato gli Stati membri europei a muoversi di concerto per evitare di pesare troppo con le loro politiche sull’inflazione. La necessità di abbassare i prezzi al consumo è alta, proprio per evitare un ulteriore impoverimento dei cittadini.
Nel frattempo, in base ai timori legati alle forniture per via della chiusura di un terminal rilevante per le esportazioni dopo il terremoto in Turchia e in base alla prospettiva di ripresa della domanda in Cina, è cresciuto il prezzo del petrolio. Mentre presso il mercato di Amsterdam scende invece il prezzo del gas.