Lo avevano preannunciato. Il 2015 sarà l’anno della svolta per la politica monetaria americana, destinata a diventare meno accomodante nei confronti del resto del mondo soprattutto a seguito delle strategie promosse dall’Eurotower.
A partire dal prossimo mercoledì, infatti, la Fed non sarà più “paziente” nella sua intenzione di “normalizzare” la politica economica americana. Dopo aver mal digerito l’inizio delQuantitative easing da parte della Banca centrale europea, il quale ha compresso i rendimenti dei titoli di Stato a nuovi minimi, i mercati spostano il loro focus sugli Stati Uniti.
Il Fomc, il braccio operativo della Federal Reserve, si riunirà durante la settimana appena iniziata al fine di aggiornare le stime sulla ripresa Usa e per discutere su quando iniziare a rialzare il costo del denaro. Secondo gli analisti, dal comunicato finale dovrebbe essere espunto il riferimento alla pazienza nel muovere i tassi, che ha sostituito dallo scorso dicembre la locuzione “considerable time” (quello che la Bce dice con “a lungo”). Gli esperti si dividono tra l’indicare a giugno o settembre un possibile momento per iniziare a smuovere il costo del denaro. In ogni caso, non ci saranno indicazioni chiare su questo aspetto e gli osservatori dovranno soppesare ogni virgola del discorso di Janet Yellen, il governatore Usa.
Anche perché le recenti indicazioni macro sono state contrastanti: il mercato del lavoro viaggia a gonfie vele, ma tutti gli altri dati recenti sono stati deludenti. Ecco perché Jellen probabilmente userà la massima cautela nel garantire al mercato e agli ascoltatori che il supporto della Fed non verrà mai meno e che si userà tutto il tempo a disposizione per non provocare choc all’economia che balla da sola il ritmo della ripresa, mentre l’Europa fatica a uscire dalla recessione.