Com’era stato ipotizzato in passato la Fed decide di rallentare e prolungare lo stesso tempo l’aumento dei tassi. Un cambio di strategia che porterà di sicuro a un rialzo pari a 50 punti base.
Nuova strategia per i tassi
Questo significa che i tassi di interesse raggiungeranno il 4,25%-4,50% dopo quattro rialzi già occorsi di 75 punti base. Jerome Powell, parlando di questo tema ha in qualche modo avvertito i mercati e gli operatori economici su come dovranno metabolizzare la nuova strategia.
I parametri con i quali giudicare la stretta dovranno essere ora la sua durata nel tempo e l’obiettivo finale da raggiungere. La fase ultraespansiva finisce qui. Il punto di arrivo, come indicato dal presidente della Fed, sarà più alto di quello che gli analisti avevano calcolato fino a fine ottobre. Non ha dato delle cifre precise ma a comunque dato indicazioni di una certa tipologia.
Prendendo in considerazione il dato dell’inflazione negli Stati Uniti non si può negare che un cambio di strategia sia necessario. Questa è infatti diventata più volatile rispetto al passato e quindi meno adatta per fare delle previsioni certe. Appare comunque chiaro che non sia più eccessivamente orientata al rialzo.
Inflazione influisce su decisione Fed
La necessità dei mercati e quella che scenda generalmente. Per quanto si sia arrivati al 5% rispetto ai numeri più alti del passato ciò non è considerato sufficiente per poter rimanere con le mani in mano. Le aspettative di inflazione sul lungo termine infatti ci indicano come non è questo il momento di fermarsi.
Ci si aspetta quindi che la Fed approcci la questione in modo meno veloce ma altrettanto valido rispetto agli scorsi mesi. Proprio per via di questa volatilità che rischia di rendere più difficile il raggiungimento di quel 2% ancora lontano.
La situazione In Europa non è da meno. E anche lì i mercati si aspettano un nuovo rialzo abbastanza imponente. Dobbiamo calcolare infatti che l’Unione Europea si è mossa più lentamente nei confronti dell’inflazione rispetto alla Banca centrale statunitense. Questo porterà la Bce a muoversi in modo analogo per quel che concerne la politica monetaria dell’Eurozona e l’inflazione.
In entrambi i casi ci si trova davanti alla necessità di tenere da conto di diverse variabili, non ultime le problematiche scatenate dal caro energia e dall’inflazione stessa in entrambe le federazioni di stati. Si deve agire in modo tale da riuscire a raggiungere il risultato preposto in materia di inflazione, ma al contempo far sì che la popolazione posso andare avanti in maniera dignitosa.
E il rialzo dei prezzi già sta dando diversi problemi in tal senso da mesi.