La Federal Reserve ha deciso, come avevano previsto in molti, di non toccare i tassi di interesse, nella sua prima riunione di quest’anno. Una decisione che appare però essere in netto contrasto con quella che sembrava essere la sua politica.
In fin dei conti basta riprendere quello che è stato l’andamento del biennio 2017-2018 della Fed per verificare come inizialmente la politica economica di Jerome Powell e del suo istituto fosse rivolta verso un graduale aumento dei tassi. Eppure la Fed ha deciso di non toccarli mantenendo il tasso sui Fed Funds compreso in una forchetta fra il 2,25% e il 2,50%.
Certo, lo scorso giugno il presidente della banca centrale statunitense aveva sostenuto che la stessa sarebbe stata paziente nei confronti dell’economia. E lo ha ripetuto ora, facendo prevedere dei nuovi mancati rialzi in futuro: erano ben due quelli previsti per il 2019 ed ora sono scomparsi anche dalle comunicazioni ufficiali.
La Fed ha ad ogni modo ribadito che pensa che una espansione dell’economia e una crescita dell’occupazione sono i “risultati più probabili” per gli Stati Uniti ma che allo stesso tempo non bisogna ignorare il fatto che vi siano sia l’Europa e la Cina a “complicare” la situazione a causa del loro andamento e che anche la questione “dazi” avrà il suo peso. Tanto quanto la Brexit e lo Shutdown appena trascorso e che potrebbe continuare. Nel 2018 la Fed ha rialzato i tassi quattro volte e le “strette” sarebbero dovute continuare.
Quel che sembra palese ma che non trova conferma è che per quanto Jerome Powell non si faccia intimidire, la Fed voglia sanare le problematiche occorse con il presidente Donald Trump. Ma questo è un bene per l’economia americana?