Lo stato patrimoniale della Federal Reserve ha messo in luce un’importante crescita, soprattutto alla luce del recente annuncio dell’istituto di Washington, il quale è intenzionato a proseguire la propria strategia di stimolo della crescita economica: il portafoglio azionario sarà assestato in maniera adeguata, anche perché le holding detenute dalla banca centrale americana sono ormai giunte a quota 1,668 trilioni di dollari, in crescita rispetto alla precedente rilevazione di una settimana fa (1,654 trilioni), con i titoli ipotecari che hanno rappresentato ben la metà di questi assets totali, senza dimenticare gli altri bond e le azioni.
Questo vuol dire che lo stesso portafoglio è più che raddoppiato rispetto a quanto stimato nel corso della crisi finanziaria del 2008 e del 2009, visto che sono stati acquisiti numerosi bond governativi, in modo da mantenere i tassi di interesse molto bassi e stimolare di conseguenza l’economia nel suo complesso. Le focalizzazioni principali di questi ultimi giorni riguardano, in particolare, il debito governativo di lungo termine, con l’intento ben preciso di rendere l’indebitamento in questione molto più economico. Inoltre, il rapporto di ieri ha messo in luce come i titoli da immettere sul mercato e custoditi da dirigenti stranieri sono stati pari a circa 3,4 trilioni di dollari. Per comprendere le dimensioni di tutti questi assets finanziari, si può dire che le stesse partecipazioni appena elencate e custodite dal Tesoro americano sono state notevolmente inferiori, con 2,17 trilioni complessivi, un dato che, tra le altre cose, è anche in calo rispetto a una settimana fa (2,72 trilioni).
In aggiunta, non si possono dimenticare le holdings di agenzia, un’ulteriore stima che conferma il buon momento che sta vivendo la stessa Federal Reserve: in questo caso, infatti, il totale è leggermente aumentato da 722,02 a 723,28 miliardi. A questo punto, soltanto la settimana prossima si potrà capire se il trend si confermerà in crescita, oppure se dovremo assistere a un ribasso.
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