La prima ad entrare nel mirino della procura di Milano è stata la Apple, ma ora sarà la volta delle altre, a partire da Facebook e Google. I colossi del web saranno al centro delle attenzioni fiscali italiane, come ha riferito il procuratore capo della procura al Senato, davanti alla Commissione Industria e Finanze. Alla Apple sono stati chiesti 310 milioni di tasse eluse, e ora si vuole controllare anche la Amazon, Facebook e le altre. Secondo la procura, queste multinazionali sono appositamente costruite per non pagare tasse, un’elusione continua che sfrutta il livello di multinazionalità per pagare là dove ci sono dei paradisi fiscali. La procura è comunque fiduciosa, vista anche la collaborazione offerta dalla Apple, e quella che dovrebbero offrire le altre. Perché un vantaggio alla guardia di finanza, negli accertamenti sulle multinazionali del web, è il fatto che tutti i flussi finanziari sono esplicati elettronicamente online, e quindi non possono essere occultati, così come le merci in transito alle dogane. Molti problemi comunque rimangono, quando si tratta del tracciamento, e quindi la procura chiede al governo degli strumenti più efficaci, soprattutto nel rendere più armonici i sistemi e le leggi, non ancora ben strutturate di fronte al nuovo fenomeno di internet. Il mercato del web vale quasi 40 miliardi di euro, e il fisco vuole entrare dentro per verificare l’elusione.