In linea con le attese, in Italia la tassazione sulle rendite finanziarie, con la sola esclusione dei titoli di Stato, viene armonizzata al 20%. I guadagni di Borsa, quindi, non saranno più tassati al 12,5%, così come avvenuto sinora, ma al 20%. La misura è stata già ampiamente scontata dai mercati, mentre lo stesso non dicasi per i contenuti complessivi di una manovra che va ad inasprire ulteriormente e fortemente il prelievo sugli anni 2012 e 2013. Il tutto con l’obiettivo di andare a raggiungere il pareggio di bilancio proprio nell’anno 2013; ma questo avverrà attraverso una nuova sventagliata di tagli ai trasferimenti ai Comuni, alle Province ed alle Regioni.
Non a caso gli Enti locali sono in fermento e si augurano che nell’iter parlamentare, a parità di saldi, le risorse possano essere prese da un’altra parte. Questo affinché, come tra l’altro sottolineato in queste ore dal Sindaco di Roma Capitale Alemanno, si eviti di andare a generare un impatto negativo sul sociale. Con la nuova stangata sui trasferimenti, infatti, sarà sempre più complicato a livello locale andare a garantire quelli che sono i servizi essenziali. Al punto che si teme proprio un inasprimento della tassazione a livello locale che rischia di generare una doppia stangata a carico dei cittadini: la prima con la manovra di Tremonti, e l’altra con le Regioni ed i Comuni costretti ai rivalersi sui residenti per “sopravvivere”.
Nel complesso, non si può dire che quella varata dal Governo Berlusconi sia una manovra tipica di un Esecutivo di centrodestra, ma la situazione di particolare emergenza ha portato a prendere delle decisioni tanto dure quanto impopolari. In ogni caso si levano alte le voci relative all’assenza di provvedimenti per lo sviluppo, per la crescita e per l’occupazione, ragion per cui il rischio è che tra un paio d’anni si torni punto e a capo.
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