Solo qualche giorno fa il PD aveva proposto di tassare i capitali scudati, imporre cioè un balzello a quei capitali illecitamente detenuti all’estero e fatti rientrare con una specie di condono, appunto lo scudo fiscale, nel quale però era sottolineato che nessun’altro tipo di aggravio sarebbe stato attribuito all’evasore. Un “rimangiarsi la parola data”, come qualcuno potrebbe obiettare, in realtà sembra che questa proposta sia stata bocciata già sul nascere e l’ipotesi più plausibile é quella di uno scudo fiscale bis. Potrebbe tramontare così l’idea di tassare i capitali già rientrati in Italia: un nuovo scudo fiscale, potrebbe far rientrare i capitali rimasti all’estero, con una penale però superiore a quella del 5 per cento inserita nel condono precedente, del 2009.
Se un evasore non ha voluto far rientrare i capitali con una tassazione dei 5%, lo farà con una percentuale ancora maggiore soprattutto alla luce degli ultimi avvenimenti che optavano per una tassazione sui capitali scudati e che avrebbero dovuto essere “intoccabili”? Ad ogni modo, sarebbe questa l’ultima ipotesi allo studio del governo alle prese in questi giorni con la manovra anti-crisi, varata dal Consiglio dei ministri lo scorso 13 agosto e che da ieri è approdata al Senato.
E’ tempo che di condoni non se ne facciano più. Non voglio condoni, sono un disastro – interviene il segretario del PD, Pierluigi Bersani bocciando l’ipotesi del nuovo condono – So già che ora si apriranno dibattiti di scuola, mi divertirò molto. Dicono: tassano i capitali scudati c’è un patto che viene meno. Perché il Tfr congelato agli statali non è un patto che viene meno? E l’allungamento della pensione? E il contributo Irpef straordinario per quelli che le tasse già le pagano? E non ci si dica che i nomi degli scudati non sono rintracciabili perché gli intermediari finanziari sanno benissimo chi sono e dove sono. Siamo disposti a mantenere l’anonimato, sia chiaro, purché paghino.
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