Continua in tutto il mondo la lotta all’evasione fiscale e stavolta la notizia non é degli italiani vessati dalle tasse che decidono di sottrarsi agli obblighi fiscali: l’ultimatum arriva da oltreoceano, con una lettera di tre pagine firmata dal vice ministro della giustizia Usa James Cole, le autorità americane vogliono sapere quanti e quali clienti americani hanno depositato in Svizzera tra il 2002 e il 2010 fondi superiori ai 50 mila dollari. La richiesta riguarda in particolare il Credit Suisse e altri nove istituti minori, tra cui Julius Baer, Wegelin e le banche cantonali di Zurigo e Basilea.
Cosa succederà a questi intermediari nel caso si rifiutino di collaborare? Sembra che la conseguenza sia una grossa ammenda, una multa di circa due miliardi di franchi (2,5 miliardi di dollari) e anche di perdere la licenza bancaria negli Stati Uniti. Svelando i nomi dei correntisti crollerebbe inesorabilmente il tradizionale segreto bancario elvetico, già messo da parte non molto tempo fa proprio per far fronte ad analoghe pressioni dagli Stati Uniti. Ricordiamo infatti che nel 2009 la Svizzera ha fornito agli Stati Uniti 4.450 dossier di clienti della banca Ubs sospettati di aver evaso il fisco statunitense. le autorità di Berna non hanno ancora risposto con favore a questa richiesta ma sono al lavoro per trovare un accordo di compromesso.
I tempi si restringono, infatti e autorità degli Stati Uniti hanno dato tempo alla Svizzera fino a martedì della prossima settimana per trasmettere i dati bancari degli evasori fiscali statunitensi che hanno trasferito denaro nella Confederazione elvetica. Solo il mese scorso agosto Berna si era offerta di far conoscere a Washington alcuni gruppi di nomi in virtù della firma di un nuovo trattato fiscale bilaterale ma il trascorrere del tempo non é stato visto di buon occhio dagli USA, che chiedono di affrettare i tempi. L’amministrazione dimostra così di essere decisa a impedire ai cittadini americani di evadere il fisco grazie al segreto bancario garantito dai paradisi fiscali.