Non è un buon momento per le banche dell’Eurozona, le quali devono sempre più fronteggiare le svalutazioni sugli assets tossici e sui prestiti in sofferenza: queste svalutazioni, infatti, tra il 2009 e il 2010 raggiungeranno i 283 miliardi di dollari. L’allarme in questione è stato lanciato dalla Bce nel suo Rapporto sulla stabilità finanziaria, in cui viene anche precisato che se si prende a riferimento il 2007 come vero anno di inizio crisi, le svalutazioni salgono a 366 miliardi. Le perdite delle banche europee sono, tra l’altro, strettamente collegate ai dati macroeconomici dei principali paesi emergenti, tra cui figurano anche i nuovi membri dell’Ue: ma è stata la stessa Bce a lanciare acqua sul fuoco, mostrandosi ottimista circa la patrimonializzazione degli istituti.