Il Parlamento greco, con 153 voti su 300, ha approvato le nuove misure: si parla di aumenti di tasse indirette e di fondo per le privatizzazioni e le norme sui prestiti in sofferenza.
Durante gli ultimi tre mesi l’esecutivo ha incassato l’ok su misure pari a 5,4 miliardi tra cui la delicatissima riforma delle pensioni. Così il Premier Tsipras davanti ai parlamentari:
E’ l’ultimo sforzo; poi dal 2017 inizierà la primavera con un Pil in crescita del 3%. L’Europa ha capito il messaggio: La Grecia mantiene le promesse. Ergo adesso tocca a Bruxelles e a Fmi concedere la ristrutturazione di un debito schizzato al 177% del Pil. Le posizioni della Ue e del Fondo sul tema restano però distanti e nelle prossime ore si cercherà un compromesso.
La maggioranza Syriza-Anel, come previsto, ha retto anche in questa occasione nonostante i dubbi e i distinguo dell’ala più radicale del partito di Tsipras. Si tratta però con ogni probabilità dell’ultima possibilità che è stata data al premier con l’obiettivo di ottenere lo sconto sul debito. Il primo ministro ha anticipato che dopo aver portato a casa questo risultato (se ci riuscirà) l’esecutivo inizierà finalmente a dare il via alle iniziative sociali richieste dalla base. “Il 30% del surplus eccedente agli obiettivi di bilancio verrà utilizzato per il supporto delle fasce più deboli della società”, ha promesso in aula.
La parola passa ora all’Eurogruppo di oggi che dovrà dare l’ok alla chiusura della prima parte del nuovo piano di salvataggio da 86 miliardi e sbloccare subito nuovi aiuti che, forse, arriveranno a 9 miliardi. Si tratta di soldi necessari a pagare prestiti in scadenza a luglio senza i quali il paese rischia di nuovo il default.