Aumentano in Europa le pressioni affinché gli istituti di credito, così come avvenuto negli Stati Uniti, si sottopongano agli “stress test”; dopo Marek Belka, a capo della divisione europea del Fondo Monetario Internazionale, anche il Commissario europeo agli affari economici e monetari, Joaquin Almunia, caldeggia infatti l’applicazione degli “stress test” sugli istituti di credito del Vecchio Continente in modo tale da verificare se ci siano banche che hanno bisogno di essere ricapitalizzate. In questo modo, da un lato si possono evitare nuove crisi sistemiche e brutte sorprese che possono ledere la fiducia dei mercati finanziari, e dall’altro ci si può preparare ad intercettare la ripresa avendo pieno controllo della situazione riguardo alla solidità patrimoniale del sistema bancario. Questo perché, tra l’altro, Joaquin Almunia, pur ammettendo che la recessione sta rallentando, ha raggelato ogni entusiasmo sottolineando come il sentiero della crescita economica non sia ancora visibile ad occhio nudo. E non a caso, il Fondo Monetario Internazionale ha stimato che le banche europee per coprirsi dai titoli tossici hanno bisogno complessivamente di ben $ 3.000 miliardi; ma al momento hanno “rastrellato” solo una quota pari a circa il 40%.