La banca Barclays, uno dei gruppi di credito più quotati e apprezzati durante l’ultimo decennio, ha annunciato le dimissioni a sorpresa dell’amministratore delegato Antony Jenkins, richieste dal consiglio di amministrazione della banca britannica che ha spiegato di aver bisogno di un nuovo ventaglio di competenze.
Si tratta di una decisione che suona come un fulmine a ciel sereno, una doccia fredda in pieno inverno. Nessuno se lo aspettava sul fronte finanziario. Eppure è accaduto.
L’uscita del Ceo, dunque, suona come una svolta dovuta e voluta per cambiare le carte in tavola e raddrizzare la storia dell’istituto di credito. Così, in mattinata, il presidente dell’istituto, John McFarlane, è stato nominato presidente esecutivo e garantirà l’interim in attesa della nomina di un nuovo ceo. Jenkins era arrivato alla direzione di Barclays nel 2012 quando lo scandalo libor aveva spinto all’uscita il suo predecessore Bob Diamond. Uno scandalo per il quale Barclays sta ancora pagando fortemente le conseguenze insieme a quattro altri grandi istituti di credito.
Di fatto, l’uscita di scena di Jenkins arriva dopo che il board ha detto che occorre una leadership in grado di dare una scossa all’istituto, facendolo uscire dall’incertezza sulla strategia e da un periodo di risultati deludenti.
“Stiamo perdendo valore e serve un nuovo approccio – spiega il vice presidente, Michael Rake in un comunicato – Se vogliano aumentare i ritorni agli azionisti, dobbiamo focalizzarci maggiormente su ciò che ci rende attraenti, quella che siamo capaci a fare”. Secondo Bbc, l’uscita di scena di Jenkins è dovuta a contrasti col board in materia di investimenti futuri e di ulteriori tagli.