Il settimo taglio consecutivo da parte della Banca Centrale Europea al costo del denaro arriva in un momento in cui i vari establishment politici si mostrano ottimisti per il recupero economico e la caduta della produzione appare in rallentamento. Il tasso di riferimento dovrebbe essere portato dall’1,25% all’1%, ma non è certo una scelta insensata: infatti, le previsioni degli analisti non sono incoraggianti e parlano di un calo del Pil del 2,7% e di un inasprimento della recessione. Ma la Bce non si è fermata qui, dato che sono in fase di studio alcune misure di sostegno per mercati ed economia. Anzitutto, dovrebbero essere allungate le operazioni di rifinanziamento, con i pronti contro termine prolungati oltre la durata annuale; si parla poi anche di un maggior coinvolgimento della Banca europea degli investimenti nei pronti contro termine della Bce, al fine di agevolare il suo rifinanziamento.
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