Il primo trimestre del 2004 rappresentava fino alla giornata di ieri l’ultimo riferimento temporale per ricercare un deficit commerciale della Cina: dopo ben sette anni la storia si è ripetuta e in questo caso potrebbe aumentare la pressione sull’ex Impero Celeste, maggior esportatore al mondo, in merito a un più rapido apprezzamento dello yuan. Volendo essere più precisi, c’è da sottolineare come l’economia asiatica abbia fatto registrare un deficit pari a 1,02 miliardi di dollari nei primi tre mesi di quest’anno, i quali devono essere confrontati con l’importante surplus dello stesso periodo del 2010 (+13,9 miliardi). Tra l’altro, le importazioni sono aumentate del 32,6%, favorendo così la domanda dei principali beni. Molti partner commerciali di Pechino, in primis gli Stati Uniti, stanno richiedendo da tempo questo apprezzamento valutario, al fine di scongiurare gli squilibri globali che hanno contribuito alla crisi finanziaria; il premier Wen Jiabao è però disposto a una riforma graduale, così da mantenere la stabilità sociale.