L’allarme lanciato dai fornai della Cna Alimentare (Confederazione Nazionale Artigianato) non piacerà molto a buongustai e consumatori: la farina sta lievitando ormai anche nei prezzi, tanto che i rincari speculativi hanno raggiunto l’ordine dei 45 punti percentuali. I costi del grano, la materia prima per eccellenza, sono dunque saliti alle stelle e non si salva nessun prodotto della lavorazione, dal pane alla pasta. Il dato statistico si riferisce al semestre compreso tra giugno e dicembre del 2010, quando il grano tenero è incrementato del 27,6%, mentre le farine medie si sono spinte fino a un +44,3%. Non è un caso, poi, se proprio un mese fa è stato registrato il prezzo più alto da due anni a questa parte per quel che concerne la commodity, ovvero otto dollari per bushel (circa ventisette chili) a Chicago. Sono proprio le borse internazionali a incidere profondamente sul duro lavoro dei fornai: a questo punto ci si attende molto dall’assemblea di febbraio della stessa Cna, la quale affronterà il problema a Pesaro.