Il Comune di Napoli è a un passo dal dissesto finanziario. Ormai nelle casse comunali restano circa 27,7 milioni di euro, una cifra sufficiente per garantire solo il pagamento di stipendi e contributi per il mese di novembre. La terza rata del fondo di riequilibrio, che quest’anno il Ministero dell’Interno aveva concesso in anticipo, è già stata spesa completamente mentre il saldo Imu è stato già bloccato per assicurare le rate dei mutui in scadenza a fine anno. Il Comune di Napoli rischia la bancarotta.
I timori di default erano stati già avanzati la scorsa settimana dall’agenzia di rating Moody’s, che il 21 novembre ha tagliato il rating del Comune di Napoli di ben tre livelli a “B1” da “Ba1” con outlook negativo. Secondo Moody’s il comune partenopeo è un emittente speculativo con giudizio “junk” (spazzatura). L’agenzia ha dichiarato che è pronta a tagliare ulteriormente il rating nelle prossime settimane, a causa di una preoccupante crisi di liquidità e per il disavanzo di 850 milioni di euro emerso nei conti comunali dopo la ripulitura delle entrate non riscosse.
Il deficit monstre preoccupa tantissimo, in quanto il rosso di bilancio è emerso dalla ripulitura di tutti i residui attivi, ovvero a seguito della cancellazione dai conti delle entrate accertatenegli anni scorsi ma giudicate ormai impossibili da tradurre in riscossione, ovvero in entrate effettive. Nell’ultima ispezione alla tesoreria comunale da parte dei revisori dei conti, è emerso che le disponibilità liquide sono poco meno di 27,7 milioni di euro. Secondo i revisori questo denaro è sufficiente per pagare solo gli stipendi del mese in corso, mentre sarebbe insufficiente per stipendi e tredicesime di dicembre.
C’è poi da fare i conti con un debito di competenza del Comune di Napoli pari a 1,3 miliardi di euro, accumulato dalle società partecipate. A questo passivo va aggiunto un debito di 794 milioni di euro nei confronti delle proprie società, in un contesto di grande incertezza che vede per diverse aziende l’assenza di rendiconti finanziari relativi allo scorso anno. A Palazzo San Giacomo si prospetta una lotta contro il tempo per il sindaco De Magistris, che però ha poche cartucce da sparare. Sarà chiesto l’aumento al massimo di tasse e tariffe, il taglio del personale e l’adesione immediata al fondo anti-default.