Il settore primario vive un momento piuttosto particolare a livello internazionale: in effetti, non si è ancora spenta l’eco per i rialzi tariffari del grano di un anno fa, che scatta l’allarme relativo al mais. Il cereale in questione ha raggiunto ormai quotazioni da record, attestandosi addirittura a 7,65 dollari al bushel, ma bisogna anche cominciarsi a preoccupare per quello che sarà l’esito del raccolto di quest’anno. Gli Stati Uniti rappresentano il primo produttore in assoluto in questo senso e occorrerà guardare con attenzione alle riserve di questo paese. Il mais non è soltanto uno dei prodotti alimentari più scambiato al mondo, ma anche un’ottima fonte per ottenere biocarburanti; già quattro anni fa, comunque, il Messico fu colpito da una crisi simile, mentre stavolta è la Cina a far temere il peggio, visto che i consumi sono aumentati in maniera considerevole proprio nell’ex Impero Celeste. Ora si attende la data del 31 agosto del 2012, quando le riserve saranno sufficienti per sole tre settimane di consumi.
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