L’ombra della crisi sull’Europa. Non è una novità, ma questa volta è il Commissario Ue agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia a parlare. L’Europa arretra ed esplode il deficit. In previsione, il prodotto interno lordo della zona euro scenderà dell’1,8%. In Italia, naturalmente, calerà ulteriormente: 2% – come previsto anche in precedenza dagli analisti della Banca d’Italia. Saranno 12 nazioni europee (compresa, sempre naturalmente, l’Italia), a vedere un superamento dei limiti del Patto di Maastricht del disavanzo pubblico.
I dati di previsione diffusi da Bruxelles non sono incoraggianti: si stimano, infatti, 3,5 milioni di disoccupati in più l’anno prossimo in Europa.
Parole chiare:
La situazione economica e la prospettiva rimangono eccezionalmente incerte, mentre il mondo fronteggia la sua crisi peggiore dal tempo della Seconda guerra mondiale
Un po’ di numeri dall’Europa in termini di caduta del Pil?
Germania -2,3%
Francia -1,8%
Spagna -2%
Italia -2%
Forse la ripresa si vedrà, timida e di ben altro ordine di grandezza rispetto al dato negativo, nella seconda parte del 2009. Per poi arrivare nel 2010 ad un positivo (ma assai discreto) +0,3%.
Ma l’Italia rischia una nuova procedura d’infrazione per deficit eccessivo? Quest’anno il disavanzo tornerà al 3,8%. Almunia non ha risposto a questa domanda. Non ha voluto neppure dare consigli a Tremonti.
Tremonti non ha bisogno dei miei suggerimenti. Sa benissimo quello che bisogna fare, e sa benissimo che, vista la situazione economica e quella delle finanze pubbliche, in Italia serve una combinazione adeguata fra la prudenza e gli incentivi di stimolo fiscale. Questo per non avere altri problemi
Si poteva fare altro, di più, di meglio in Eurolandia? Secondo il Commissario Ue le misure messe in atto ad oggi si sono rivelate adeguate. L’unica accortezza da seguire ora è quella di evitare di cadere in tentazioni protezionistiche. Inoltre i Paesi Ue non sarebbero a rischio di default: l’aumento degli spread (la differenza di remunerazione tra i titoli pubblici dei vari Paesi) è oggi per Almunia un dato di fatto da affrontare. Ma l’eurozona resta solida.
Nel mettere chiarezza, Almunia specifica anche che l’Europa non è esposta ad alcun rischio di deflazione. L’inflazione, nell’area euro, scenderà dal 3,3% del 2008 all’ 1% del 2009, ma poi si riassesterà su valori normali nel 2010: 1,8%.
Nel frattempo, anche la crisi dell’auto è protagonista in Europa. La Fiat ha colloqui avanzati con la Chrysler. Le trattative in corso prevedono la prospettiva, per l’azienda italiana, di fornire tecnologia a Detroit e di diventare in cambio azionista di una delle (ex) big three americane. Un’idea che potrebbe rivelarsi lungimirante: la Fiat è in crisi, ma rischia relativamente. E inserirsi in tal modo nel mercato targato Usa (Obama) potrebbe rivelarsi un’opportunità, dato che la Casa Bianca ha tutta l’intenzione di evitare il collasso dell’auto nazionale. Con maxi-aiuti che seguiranno il finanziamento-ponte di George W. Bush a dicembre.
1 commento su “Crisi, allarme Europa. Italia, Pil a -2%. E la Fiat tratta con Chrysler”