È veramente bassa la percentuale delle famiglie italiane in grado di far quadrare il bilancio o affrontare spese impreviste con facilità o molta facilità. Solo il 6% delle famiglie italiane non ha difficoltà a sostenere spese o pagare bollette, lo rileva un’indagine promossa dal Forum ANIA Consumatori, e condotta dall’Università degli Studi di Milano. Lo studio si é svolto esattamente su un campione rappresentativo costituito da 3.102 capifamiglia. Dallo studio però emergono anche i comportamenti e le attitudini psicologiche che determinano le decisioni di consumo, investimento e indebitamento dei cittadini: non tutti hanno la stessa propensione al risparmio e le persone impulsive e poco inclini a fare sacrifici hanno maggiori difficolta’ economiche. Lo studio elabora inoltre un ‘Indice di vulnerabilita” di cui sarà monitorata l’evoluzione nei prossimi anni.
L’Osservatorio nasce in piena crisi finanziaria – sottolinea la prof.ssa Luisa Anderloni dell’Ateneo milanese – con la convinzione che la crisi fosse un fenomeno in crescita in tutte le economie sviluppate con la conseguenza che sempre un maggior numero di famiglie si venisse a trovare nella condizione di dover gestire non senza tensioni il budget familiare.
Di cosa hanno più timore gli italiani? Secondo l’indagine, lo stato civile di separato o di divorziato, l’essere donna e il risiedere al Sud sono fattori che incidono nei livelli di difficoltà economica. Inoltre, tra le altre preoccupazioni, al primo posto ci sono le preoccupazioni per la salute propria e dei familiari ( per il 41% degli intervistati), seguono quelle relative all’occupazione (35%) e alla riduzione dell’orario di lavoro (23%) o cassa integrazione. Nonostante queste preccupazioni, la casa da pagare e il tasso di risparmio diminuito nell’ultimo periodo, le famiglie italiane non scelgono di investire in una copertura assicurativa.
Ciò accade – spiega Antonio Silvano Andriani, Presidente Axa – MPS – non perché c’è un welfare pubblico molto generoso ma è legato ad un dato culturale che non considera il fatto che i meccanismi di assicurazione privata sono una componente del welfare pubblico e non lo sostituiscono.
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