Secondo quanto emerge dal Supplemento al Bollettino statistico della Banca d’Italia dedicato alla finanza pubblica, ad agosto 2012 il debito pubblico italiano è sceso 1.975,631 miliardi di euro. A luglio, invece, il debito pubblico si era attestato a 1.977,494 euro. Si tratta di una diminuzione molto lieve (0,09%), ma in ogni caso molto apprezzabile considerando gli sforzi del paese nel provare a diminuire il proprio debito. Il massimo storico era stato toccato a giugno scorso a 1.982 miliardi di euro, mentre ad inizio anno il debito pubblico ammontava a 1.907 miliardi di euro.
Buone notizie dal lato delle entrate tributarie, che nei primi otto mesi dell’anno sono aumentate del 2,8% a 257,121 miliardi di euro. Considerando, però, solo il mese di agosto, le entrate sono scese dell’1,78% attestandosi a 35,31 miliardi di euro. Ad agosto 2011 risultarono invece 35,949 miliardi di euro. Per ciò che concerne il debito pubblico, il calo di agosto è da imputare per lo più amotivazioni “tecniche”.
Infatti, il dato relativo a tutti i mesi precedenti è stato rivisto al rialzo. In effetti nelle rilevazioni delle scorse settimane ad agosto un valore superiore ai 1.975 miliardi di euro non era mai stato toccato. La revisione dei dati ha portato ad un aumento dello stock del debito pubblico in tutti i mesi, ma ad agosto è avvenuta comunque una lieve diminuzione su base mensile. In una nota Bankitalia ha sottolineato che in questo bollettino mensile ci sono state delle modifiche sulle modalità di rilevazione dei dati.
Gli esperti di Palazzo Koch hanno analizzato i dati sul fabbisogno e sul debito delle Amministrazioni Pubbliche rivisti in occasione della Notifica alla Commissione europea del 1° ottobre 2012 nell’ambito della Procedura per i disavanzi eccessivi. Secondo quanto dichiarato da Bankitalia, “le modifiche tengono conto, oltre che degli ordinari aggiornamenti delle fonti, dell’adeguamento dei criteri di elaborazione delle statistiche sul debito pubblico alla decisione dell’Eurostat del 31 luglio 2012 che ha stabilito l’inclusione tra i prestiti delle passività commerciali delle amministrazioni pubbliche cedute a intermediari finanziari con clausola pro-soluto”.