Secondo quanto emerge da supplemento al bollettino statistico della Banca d’Italia sulla finanza pubblica, a febbraio il debito pubblico italiano è risultato in calo ma ancora superiore ai 2.000 miliardi di euro. Il debito pubblico italiano sfonda quota duemila miliardi per la prima volta nella sua storia a ottobre 2012, poi a gennaio 2013 era stato registrato un nuovo picco assoluto a 2.022 miliardi di euro. A febbraio, invece, c’è stata una diminuzione dell’indebitamento pubblico di 5 miliardi a 2.017 miliardi di euro. Si resta su cifre davvero molto elevate.
Se si effettua una ripartizione per settori, c’è da sottolineare che il debito delle amministrazioni centrali è sceso di 5,4 miliardi, mentre quelle delle amministrazioni locali è aumentato di 200 milioni di euro. Sostanzialmente invariato, invece, il debito degli enti previdenziali. Le entrate tributarie sono cresciute del 2,3%, ovvero circa 600 milioni di euro, per un importo complessivo pari a 27 miliardi di euro. Il sostegno dell’Italia verso i paesi dell’eurozona in difficoltà, attraverso il fondo Efsf, è costato 700 milioni di euro.
Includendo anche i prestiti bilaterali elargiti a paesi membri dell’area euro e il contributo nel fondo salva-stati permanente Esm, l’Italia ha dovuto sopportare un costo complessivo pari a 43,7 miliardi di euro. Stamattina l’Istat ha anche pubblicato i risultati relativi al tasso di inflazione per il mese di marzo scorso. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, è cresciuto dello 0,2% rispetto al mese precedente, ma c’è stato un forte calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno a +1,6% (le stime erano ferme a +1,7% a/a).
A febbraio l’inflazione su base congiunturale era stata pari a +1,9%. In calo anche il carrello della spesa per le famiglie italiane: su base mensile c’è stata una crescita dello 0,1% e su base annua del 2%. Tuttavia, dal +2,4% di febbraio c’è stata una evidente diminuzione della spesa per prodotti acquistati con maggiore frequenza con l’economia italiana che va peggio di novembre 2011. In particolare giù gli acquisti di frutta (-4%), ortaggi (-3%), carne bovina e grana padano (-7%).