Economia italiana in ripresa solo nel 2014 secondo Confindustria

L’economia italiana non riuscirà a riprendersi seguendo le stime del governo, ma solo a partire dal 2014. E’ quanto emerge dall’analisi del Centro studi di Confindustria, che ha rivisto anche le stime sul pil per l’anno in corso e per il 2013. Secondo l’Organizzazione più importante per la tutela degli imprenditori italiani, il 2012 si chiuderà con una recessione meno pesante del previsto: il pil è atteso in calo del 2,1%, meglio di quanto stimato in precedenza (-2,4%). Per il 2013, invece, la stima sul pil è peggiorata.

Confindustria ritiene che la recessione morderà ancora l’economia italiana. Viene così stimato un calo del pil dell’1,1% nel 2013, nettamente peggio della previsione di moderata crescita dello 0,6% effettuata in precedenza. Secondo l’organizzazione per osservare una variazione congiunturale positiva bisognerà attendere l’ultimo trimestre del prossimo anno. L’uscita dalla recessione viene quindi rimandata di sei mesi ed avverrà solo nel 2014, quando viene stimata una crescita del pil dello 0,6%.

PIL ITALIA -2,4% NEL TERZO TRIMESTRE 2012

Secondo Vittorio Grilli, ministro dell’Economia nell’esecutivo Monti, non ci saranno ritardi sulla tabella di marcia della crescita economica. Grilli ha dichiarato che non ci sono elementi in grado di far modificare la precedente stima di un ritorno alla crescita nel secondo semestre del 2013. Confindustria ritiene che dal lato dei conti pubblici, l’Italia riuscirà a raggiungere di fatto il target del pareggio di bilancio (-0,2% del pil al netto del ciclo economico), grazie al robusto avanzo primario al 3,6% del pil. Nel 2014 il deficit effettivo di bilancio sarà ancora all’1,8% del pil, mentre il rapporto debito/pil scenderà al 121,4% al netto dei contributi ai fondi europei per la stabilità finanziaria e alla Grecia.

ITALIA: DISOCCUPAZIONE SALE ALL’11,1% A OTTOBRE 2012

Tuttavia, la pressione fiscale resterà sui massimi storici a livelli insostenibili. Secondo Confindustria, dal 2007 al 2013 l’Italia avrà perso circa otto punti di pil e prodotto 1,5 milioni di nuovi disoccupati. Nel 2013 viene stimato un incremento del tasso di disoccupazione fino al 12,2%. I consumi delle famiglie resteranno sui livelli dell’immeiato secondo dopoguerra e il trend non cambierà nemmeno nel 2013. La fine della stretta creditizia terminerà solo quando ci sarà un minimo di ripresa economica.

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