L’appellativo di “tigre asiatica” conquistato faticosamente negli anni passati dalla Corea del Sud è stato merito soprattutto dell’ispirazione tratta da un’altra nazione asiatica, il Giappone: ora, invece, le parti sono praticamente capovolte, con il maestro di politica economica che rischia di essere surclassato dal fedele allievo. Tokyo, dunque, non appare più come un punto di riferimento in tal senso. La stagnazione nipponica è ormai un dato di fatto, mentre Seul brilla in particolare per il suo dinamismo, visto che la crescita del 2010 è stata pari a dieci punti percentuali secondo quanto rilevato dal Fondo Monetario Internazionale. Il Giappone paga soprattutto il pessimo momento delle esportazioni, con i principali prodotti del Sol Levante che vengono considerati fin troppo costosi, quindi qualche sorpasso è già avvenuto: ad esempio, Samsung precede Sony e Panasonic, e Hyundai sta avendo la meglio nei confronti di Toyota. Inoltre, il won coreano può anche vantare un miglior cambio basso con il dollaro.