Il 2009 per la Russia è iniziato all’insegna del crollo verticale dell’economia. Su base annua, nello scorso mese di aprile, il prodotto interno lordo, stando ai dati preliminari, è infatti crollato del 10,5%, mentre per i primi quattro mesi la contrazione, in accordo con quanto dichiarato da Andrey Klepatch, Ministro dello Sviluppo economico, è stata del 9,8%. Trattasi di dati non solo allarmanti, ma anche peggiori rispetto alle previsioni, al punto che il Governo russo ha rivisto in peggio le stime sul deficit rispetto al PIL nell’anno in corso, innalzandolo al 9% rispetto ad una precedente stima del 7,4%. Il leader del Cremlino, Dmitri Medvedev, ha tra l’altro constatato, cosa che non accadeva da ben dieci anni, come quest’anno per la Russia il livello delle uscite a bilancio sarà superiore a quello delle entrate; d’altronde, il tasso di disoccupazione in Russia ha sfondato il mese scorso il livello del 10%, mentre i consumi sono crollati e gli investimenti delle imprese languono anche a causa di difficoltà nell’accesso al credito. Servono di conseguenza per la Russia soluzioni drastiche ed interventi sul mercato interno per contrastare quella che è una recessione profonda frutto della crisi finanziaria globale e del crollo dei prezzi delle materie prime energetiche.