Barack Obama è stato confermato presidente degli Stati Uniti d’America. Il duello con il candidato repubblicano Mitt Romney si è risolto nello stato-chiave dell’Ohio, dove Obama sanciva il suo nuovo trionfo intorno alle ore 5,15 italiane raggiungendo 274 voti elettorali, quattro in più del necessario per assicurarsi la conferma alla Casa Bianca. Grande festa al quartier generale di Chicago. Barack Obama, candidato democratico, sarà presidente per altri 4 anni e bissa la vittoria del 2008. Le prime parole di Obama arrivano da Twitter: “Four More Years”, ovvero altri quattro anni.
Obama ha utilizzato molto il canale web per confrontarsi con gli elettori, sia Twitter che Facebook. Su entrambi i social network Obama aveva grande popolarità rispetto allo sfidante Romney. Secondo Associated Press, Romney avrebbe già telefonato Obama per congratularsi della vittoria e per augurargli successo. La vittoria di Obama è stata conquistata grazie al successo negli stati-chiave, come l’Ohio e la Florida. Un dato statistico molto interessante è quello riguardante la rielezione di un presidente in una fase di eccessiva disoccupazione.
Infatti, nessun presidente era stato mai rieletto con un tasso di disoccupazione al 7,9%. Buona la partecipazione alle urne, anche sulla costa orientale flagellata recentemente dall’uragano Sandy. Obama si è aggiudicato i seguenti stati: New York, New Jersey, Vermont, Illinois, Ohio, Connecticut, Maine, District of Columbia, Delaware, Rhode Island, Maine, Massachussets, Delawere, Maryland, California, New Mexico, Washington, Hawaii, Pennsylvania, New Hampshire, Wisconsin, Michigan. Allo sfidante Mitt Romney sono andati, invece, Mississippi, Utah, Nebraska, Wyoming, Arkansas, Kansas, Louisiana, Texas, South Dakota, North Dakota, Tennessee, Kentucky, Indiana, West Virginia, Oklahoma, South Carolina, North Carolina, Alabama, Idaho, Missouri, Virginia.
I democratici hanno mantenuto e rafforzato la maggioranza al Senato, strappando due seggi ai repubblicani. Alla fine dovrebbero avere almeno 53 seggi più due indipendenti contro i 44 dei repubblicani. La prima sfida immediata per Obama sarà trovare un accordo con i repubblicani per evitare il fiscal cliff, o precipizio fiscale, che rischia di scattare a inizio 2013 con tagli automatici alle spesa e aumenti delle tasse fino a 600 miliardi di dollari. L’America rischierebbe un crollo del pil del 5%, sprofondando nella recessione.