“Un altro colpo per il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad”. Così il quotidiano israeliano “Yediot Ahronot” commenta la decisione dell’Eni di non stipulare nuovi contratti con l’Iran, pur esprimendo la volontà di continuare a rispettare gli accordi firmati nel 2000 e nel 2001. Il giornale dello Stato ebraico sottolinea che “si chiude il rubinetto all’Iran”. La decisione dell’Eni è in sintonia con la presa di posizione della tedesca Siemens di non prolungare la propria collaborazione con il paese degli Ayatollah, a partire dalla seconda metà del 2010. “Yediot Ahronot” precisa che durante la visita del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è stato stabilito che il numero uno dell’Eni, Paolo Scaroni, farà visita a Gerusalemme per mettere al corrente il governo israeliano riguardo le attività del suo gruppo in Iran.
1 commento su “Eni-Siemens interrompono rapporti con l’Iran”
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Embargo IRAN: l’ENI continuerà ad investire nel paese degli ajatollah (e più di prima)
Recenti notizie stampa davano come prossimo il ritiro dell’ENI dall’Iran, e una drastica riduzione del giro d’affari di tutte le aziende italiane nel paese dei pasdaran.
Infatti Paolo Scaroni (AD dell’ENI) stà per partecipare ad una gara internazionale bandita dall’Iranian Offshore Oil Company (IOOC) per l’affidamento in appalto – per un periodo di tre anni – dei servizi di electrical wireline, production logging, perforation e plug setting nei giacimenti petroliferi iraniani sul Golfo Persico.
Entro il 13 marzo 2010 l’ENI farà pervenire la propria offerta all’ente petrolifero iraniano.
Per l’Eni non ci son problENI. Di fronte al denaro frusciante non c’è embargo che tenga. Alla faccia dell’embargo, di Berlusconi (e di Israele)