L’accordo raggiunto con i governi nazionali per rivedere i limiti alle emissioni di CO2 per i veicoli commerciali ha ricevuto il ‘via libera’ dal Parlamento europeo. Parte dell’accordo prevede incentivi per la produzione di furgoni che rispettino l’ambiente con basso consumo di carburante e penalità per chi viola la nuova normativa europea.
L’accordo è stato approvato con 534 voti favorevoli, 117 contrari e 15 astenuti. Ora si aspetta l’approvazione formale da parte del Consiglio.
La legislazione approvata rappresenta un difficile equilibrio e determina una serie di obiettivi ambientali, ambiziosi ma fattibili, per i produttori – ha dichiarato il relatore della legge Martin Callanan -. Sono soddisfatto perché è un buon accordo per ambiente, produttori di furgoni e utilizzatori degli stessi, in tutta l’Unione Europea.
Ma cosa prevedono le nuove regole? Per cominciare, saranno interessati tutti i veicoli commerciali entro le 3,5 tonnellate, conteggiando anche il carico. E’ previsto un limite di 175g di CO2 per km a partire dal 2014 ma si arriverà a toccare 147g di CO2 per km dal 2020. Nell’accordo si specifica che il limite è la media di consumo calcolata nell’intero parco auto del produttore. Domande di deroga possono essere presentate dalle imprese che producono meno di 22 mila veicoli l’anno.
Sono previsti anche ‘supercrediti’: scatteranno per le aziende che produrranno furgoni con emissioni inferiori a 50g di CO2 per km. Quei veicoli, infatti, saranno calcolati in modo diverso nella media relativa al produttore. Ma sono previste anche sanzioni. Infatti, i nuovi veicoli che supereranno i limiti previsti dalla legge relativamente ai consumi, a partire dal 2019 saranno soggetti a penalità fino a toccare euro 95,00 per grammo. Con la nuova normativa, oltre a voler sottolineare l’impegno degli organismi comunitari per una migliore qualità dell’aria e per il rispetto degli obiettivi già fissati per la riduzione dell’inquinamento ambientale, si è voluto dare un segnale concreto per incentivare anche la produzione di veicoli commerciali a basso consumo energetico. Un modo, questo, per sostenere l’economia in una fase di crisi e, in particolare, per dare aiuto alle molte piccole e medie imprese interessate.