Anche la Germania è convinta che sia utile la creazione di una figura politica di riferimento per i problemi economici e finanziari dell’Eurozona.
La proposta non giunge inoltre da personalità di poco conto: sono il capo della Bundesbank, il ‘falco’ Jens Weidmann, e il numero uno della Banca centrale francese, Francois Villeroy de GalhauS, a proporre “la creazione di un ministero delle Finanze per l’Eurozona”.
La proposta dei due banchieri centrali è stata messa nero su bianco in un intervento comune, pubblicato dalla Suddeutsche Zeitung, prima delle consultazioni dei ministri delle Finanze francese e tedesco. L’Eurozona si trova “chiaramente a un bivio”, scrivono, e i paesi membri devono cedere parte della loro sovranità “per ristabilire la fiducia nella zona euro”.
L’uscita pubblica non è di poco conto, soprattutto se si considera la firma del ‘falco’ tedesco, da tempo contrario ad alcune delle politiche messe in campo dalla Bce di Mario Draghi per il sostegno dei mercati finanziari e dell’economia. Proprio il governatore della Bce, d’altra parte, ha indicato la creazione di un interlocutore politico al ruolo della Banca centrale come una delle priorità da conseguire nel prossimo futuro, insieme alla creazione di una garanzia europea dei depositi che completi il percorso dell’Unione bancaria. Non sfugge che, nell’avallare questa strada, proprio i due governatori nazionali mettono a nudo nel loro intervento il fallimento della Banca centrale europea in tema di raggiungimento di un’inflazione al 2%.
Stando ai banchieri centrali, le strade che partono dal bivio conducono l’una verso un processo di rinazionalizzazione, l’altra verso un rafforzamento dei fondamenti dell’Unione monetaria. Per seguire la seconda strada, l’unica davvero valida “è necessario erigere tre pilastri economici: programmi di riforme strutturali nazionali perseguiti con determinazione, un’unione finanziaria e d’investimento ambiziosa e una migliore governance economica”.