Washington predica cautela e procrastina ulteriormente il rialzo dei tassi di interesse made in Usa. Lo fa per diversi motivi: primo fra tutti, il deludente afflusso dei dati macro riguardanti il mercato del lavoro.
Poi le preoccupazioni esterne al Paese, Brexit in primis. Crescono inoltre i timori per le sfide della Cina nel riequilibrare la propria economia: una manovra, quest’ultima, che potrebbe concretizzarsi tramite nuovi interventi sulla moneta asiatica. La presidente Janet Yellen pertanto rimane ‘ferma’ e concentrata ripetendo che un incremento dei tassi di interesse graduale è appropriato, tuttavia non offre indicazioni sulla tempistica della stretta. E rinuncia anche all’espressione “nei prossimi mesi” che nelle scorse settimane aveva alimentato i timori di un rialzo estivo.
Stando ai future sui Fed funds, le chance di un incremento a giugno sono del 2%, quelle per una stretta a luglio sono crollate al 22%: per gli analisti, dunque, un rialzo non si avrà prima di fine anno. Questo genera la gioia delle Borse europee:Piazza Affari segna un rialzo dell’1,5%, sospinta dal comparto bancario con Unicredit e Banco Popolare. Milano si muove in linea con gli altri listini del Vecchio continente: Francoforte sale dell’1,3%, Parigi dello 0,9% e Londra è più attardata a +0,1%. Wall Street riprende gli scambi dal filo positivo di ieri sera, quando i mercati si sono rafforzati proprio in scia al commento di Yellen: il Dow Jones dello 0,35% a 17.983 punti, lo S&P avanza dello 0,19% a 2.113 punti e il Nasdaq guadagna lo 0,05% a 4.971 punti.
Stabile lo spread fra Btp e Bund: il differenziale è poco sopra 135 punti base, sullo stesso livello della chiusura di lunedì. Il rendimento è pari all’1,45%. Anche l’euro è poco mosso nei confronti del biglietto verde: la moneta unica europea viene indicata a 1,135 dollari rispetto agli 1,1355 dollari della chiusura di ieri.