Ai guadagni “extra” percepiti dalla filiera petrolifera e pagati di tasca propria dagli automobilisti, pari a 6-7 centesimi al litro, si devono aggiungere i guadagni dello Stato, guadagni che di certo non sono di poca entità. Il grido d’allarme arriva dalla Federconsumatori, associazione di tutela di utenti e consumatori. “Giunti a questo livello, è da veri irresponsabili continuare a non intervenire sulla questione dei carburanti”, dichiarono insieme Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef, l’associazione che tutela gli utenti dei servizi bancari e finanziari. Ed ecco alcune cifre. Rispetto a marzo dello scorso anno, per esempio, l’IVA (tassa mobile al 20%) è aumentata – per la benzina – di 4 centesimi al litro e della stessa somma per il gasolio.
Dalle due associazioni fanno notare che l’erogazione dei carburanti è stimata in miliardi di litri. Se su questi miliardi di litri si applicano gli aumenti dell’iva appena citati emerge che l’erario, di questo passo, potrà avere maggiori entrate: per la benzina pari a 52 milioni di euro al mese e, per il gasolio, pari a 99 milioni di euro al mese. Lo Stato, quindi, potrebbe percepire complessivamente 151 milioni di euro al mese, pari a 1 miliardo e 812 milioni di euro in un anno.
Da qui nasce l’esigenza di un intervento urgente perché lo Stato non finisca per “lucrare sugli aumenti dei carburanti a spese dei cittadini”. Per cominciare, dicono ancora, è fondamentale un immediato intervento sulla tassazione, riportandola immediatamente ai livelli dello scorso anno e, contestualmente, disponendo la realizzazione (peraltro già prevista da normative vigenti) della cosiddetta “accisa mobile” che contribuirebbe a un calmieramento del costo dei carburanti. A questi punti si devono aggiungere, puntualizzano ancora le due associazioni di tutela dei consumatori, l’apertura della vendita attraverso la grande distribuzione e il blocco settimanale degli aumenti.