Una delle novità più interessanti presentata dal Festival dell’economia di Trento di questi giorni è stata sicuramente l’istituzione di una sorta di giuria popolare, composta da trenta studenti universitari, volta a giudicare l’operato degli economisti in questa fase di crisi. Il giudizio è stato nettamente severo, in quanto gli “imputati” sono stati ritenuti colpevoli di non aver previsto la crisi, pur essendo prevedibile: la condanna è stata quella di tenere maggiormente in considerazione le innovazioni degli strumenti e dei mercati finanziari nelle elaborazioni teoriche. L’ex presidente della Consob Luigi Spaventa ha svolto il ruolo di pubblico ministero, mentre la difesa delle accuse è stata presa dal vicesegretario dell’Ocse Carlo Padoan e dal professor Andrea Prat. Le spietate accuse hanno messo in luce l’atteggiamento degli economisti, fin troppo lontani dalla realtà e “ciechi” di fronte alle prime avvisaglie di crisi: la difesa ha puntato soprattutto sulla condivisione di responsabilità, ma il verdetto giunto da Trento è stato inequivocabile.