Nella giornata di domani, 13 gennaio 2010, a Termini Imerese è previsto uno sciopero di otto ore dei lavoratori dello stabilimento della Fiat per protestare contro la decisione della società del Lingotto di chiudere il sito siciliano. Ma già in data odierna gli operai Fiat di Termini Imerese stanno facendo le “prove generali“, visto che in mattinata, a scaglioni di un’ora, ci sono stati degli scioperi spontanei alimentati dalle dichiarazioni di Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat, il quale, ribadendo che Termini Imerese chiude, ha altresì invitato i Sindacati a “non ignorare la realtà“. Ma i Sindacati, con in testa la Fiom, non la pensano allo stesso modo in virtù del fatto che la casa automobilistica torinese produce meno auto in Italia di quelle che poi vende; di conseguenza, c’è un divario tra produzione e consumo interno che con un “rilancio” di Termini Imerese, aumentando la produzione, andrebbe a riequilibrare. Ma la Fiat, salvo clamorosi dietrofront, sembra aver “chiuso” per il futuro, definitivamente, con Termini Imerese.
1 commento su “Fiat conferma: Termini Imerese chiude”
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Termini Imerese, Melfi,Lecce sono tutte realtà della Fiat che sono state ampiamente sovvenzionate quasi totalmente con soldi pubblici. Lecce con la ex Fiat Allis, prevedeva l’assunzione di 4000 dipendenti,oggi se ne contano poche decine, e la Fiat si trova ad essere proprietaria di una enorme area vicinissima alla città con un valore stratosferico: A Termini Imerese , famosa per i suoi carciofi e per l’agricoltura in genere,si procedette a espropriazioni per una fabbrica che oggi chiude ma come a Lecce la proprietà resta della Fiat.
Lo Stato dovrebbe presentare alla Fiat e a Marchionne il cono di quanto è stato speso per questa industria che deve la sua fortuna ad una politica protettiva e ad una periodo lunghissimo di monopolio.